Venerdì 2 marzo alle ore 18.30
presso Casa della pace via Tonini 5
Ne parliamo con uno dei due autori:
Giacomo Russo Spena
Incipit_Fuori dal ghetto
Lo striscione «Fini sindaco di Roma» campeggia ben in mostra nel
vecchio Palazzo dello sport dell’Eur. I «Boia chi molla» intervallano i
vari discorsi dal palco. Durante l’intonazione dell’inno d’Italia
svettano saluti romani. Il colore nero va per la maggiore. Siamo nella
concitata campagna elettorale del 1993: la prima in cui il sindaco viene
scelto direttamente dal popolo. Al primo turno Gianfranco Fini, il
leader del Movimento sociale italiano, nonché storico delfino di Giorgio
Almirante (riferimento indiscusso della comunità neofascista dal
dopoguerra agli anni Ottanta, morto nel maggio ’88) conquista il
ballottaggio con il 35,5 per cento dei consensi. A contendersi il
Campidoglio rimangono lui e il «democratico» Francesco Rutelli. A Roma
si gioca una sfida cruciale: «Per impedire l’elezione di un fascista
dobbiamo creare un fronte largo di alleanze », sostiene la Sinistra di
allora, che costituisce una sorta di Comitato di liberazione nazionale,
dai centri sociali a una parte della Dc. [...]
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