No nazy in my town
13/10/2012: Macerata città libera e antifascista
Oltre 300 antifascisti resistono alle cariche della polizia, conquistano la piazza e impediscono il corteo di fn
14 / 10 / 2012
La mobilitazione antifascista a
Macerata scatta la settimana scorsa non appena si diffonde la notizia
che forza nuova ha annunciato un corteo in città, strumentalizzando
un triste fatto di cronaca accaduto in provincia pochi giorni prima e
sulla scia delle manifestazioni organizzate dalla formazione neofascista in diverse città italiane.
La risposta è immediata, viene
lanciato un appello per un presidio antifascista a cui fanno seguito
numerose adesioni dalle forze sociali, associative e politiche
cittadine che insieme all'Anpi finiranno per contare oltre trenta realtà delle più diverse estrazioni.
Gli antifascisti chiedono e ottengono
di manifestare in Piazza Annessione, la piazza subito adiacente a
quella richiesta da fn, nel mezzo del percorso dell'ipotizzato
corteo. La città si mette in movimento e sollecitata, anche
l'amministrazione nella persona del sindaco si schiera a fianco dei
promotori dell'iniziativa impegnandosi “per la diffusione dei
valori costituzionali di antifascismo ed eguaglianza” a contrastare
l'ipotesi della sfilata dell'ultradestra in città.
Finisce che nella giornata di sabato 6
ottobre ai neofascisti viene concesso solo un presidio in Piazza
Mazzini: salta la manifestazione, si annuncia un rinvio alla
settimana seguente.
Il cartello 'Macerata è Antifascista'
si dice pronto a impedire anche questa iniziativa di ripiego affinchè
alcun tipo di agibilità politica venga permessa a razzisti e
fascisti.
A questo punto arriva l'irrigidimento
da parte delle autorità, che pur di concedere a forza nuova di
manifestare, autorizza un nuovo percorso dall'altro lato della città
vietando, al contrario, ogni spostamento per il concentramento degli
antifascisti.
Il risultato è che sabato 13 ottobre
Macerata si risveglia in stato d'assedio per la presenza ingente di
forze dell'ordine e automezzi della polizia. Dal primo pomeriggio la
zona dove si dovrebbe svolgere il corteo neofascista viene isolata e
blindata, a residenti e commercianti viene negato il libero accesso a
Corso Cairoli, raggiungono case e negozi solo in percorsi stabiliti o
seguiti da poliziotti.
Un dispositivo di gestione dell'ordine
pubblico ingiustificabile che blinda un intero quartiere e crea
grande disagio per la circolazione paralizzando il traffico in
entrata da sud.
Una scelta inaccettabile che trova,
inevitabile, la legittima reazione delle oltre 300 persone che dalle
14.00 si radunano in Piazza Annessione: gli antifascisti partono in
corteo diretti verso Piazza Mazzini dove dovrebbe concludersi la
sfilata neofascista, determinati a difendere una città aperta e
solidale, dalla parte della libertà di movimento.
In pochi minuti raggiungono la piazza
invitando le forze dell'ordine a rimuovere transenne, blindati, e
cordone della celere. La polizia risponde caricando a freddo i
manifestanti che a mani alzate si difendono dai calci e dalle
manganellate degli agenti antisommossa: almeno cinque persone
rimangono contuse, un ragazzo perde i sensi per alcuni minuti dopo
esser stato colpito violentemente alla testa.
I manifestanti non indietreggiano e
respingono l'azione delle forze dell'ordine, riuscendo così a
continuare a presidiare la piazza, e neanche la pioggia battente
riesce dove hanno fallito gli agenti.
Gli antifascisti conquistano la piazza
e ci rimangono per poi concludere la manifestazione al centro della
città. I venti neonazisti arrivati fin da fuori regione non si
muovono dal proprio concentramento, se non per venire accompagnati
alle auto parcheggiate e custodite per timore di ritorsioni, a pochi
metri di distanza.
"Avevamo
chiesto di non concedere agibilità politica a quanti in questa
settimana hanno fatto una campagna razzista e xenofoba strumentalizzando
un terribile fatto di sangue. (...) La risposta di Macerata è stata
pronta e risoluta. Nessuna agibilità potrà essere concessa in futuro" questa la nota congiunta dei promotori del presidio.
Una giornata di mobilitazione, quella
di sabato 13 ottobre, che riaffermando i valori dell'antifascismo e
dell'antirazzismo ha vinto una battaglia di democrazia liberando la
città da ogni rigurgito di xenofobia e, insieme, da ottuse
imposizioni securitarie da stato di polizia.
Nessun commento:
Posta un commento