Perchè questa campagna

Al via la campagna partita da Rimini con appuntamenti di autoformazione, presentazioni di libri per rimettere al centro una pratica antifascista popolare che, soprattutto in questo tempo di barbarie, deve estendersi sul terreno nazionale a partire dalla non-autosufficenza delle strutture alle quali storicamente è stato delegato l'antifascismo.

Campagna No Nazi in my town!

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Il 13 marzo 2012 la Corte Suprema di Cassazione ha deciso di non confermare l'aggravante eversiva contestata al gruppo dei militanti di «Forza nuova Rimini» che la notte del 24 settembre del 2007 sono stati arrestati in flagranza di reato, visto che sono stati bloccati nell’atto di realizzare un attentato contro il «Laboratorio Sociale Paz». L’azione era interna ad una complessa strategia della tensione della destra estrema riminese che nel 2007 ha compiuto una serie di attentati ai danni dello «spazio sociale» e di attività commerciali di cittadini migranti del territorio riminese.
La Dia di Bologna ha condotto le indagini sulle diverse azioni violente sopracitate, redigendo un fascicolo contenente una cospicua quantità di prove e materiale investigativo: fotografie e video, intercettazioni telefoniche, ambientali.
«I militanti di Forza Nuova guidati dal locale segretario sono stati così condannati in secondo grado con l’aggravante di eversione per tentato incendio e sequestro di persona, una sentenza che - insieme ad altre - sanciscono per via giudiziaria che la destra è un pericolo per la Democrazia, non tanto come status quo, ma come progetto politico più generale». A poco serve la parvenza democratica che Forza Nuova ha cercato di auto-attribuirsi attraverso la forma partito o collocandosi sotto l'ala protettrice di alcuni esponenti del Pdl, i quali hanno legittimato, in diverse occasioni, l’organizzazione guidata da Roberto Fiore e consentito la creazione di una nuova immagine.Questo vale anche per altre realtà della galassia dell'estrema destra come Casa Pound.
La sentenza di secondo grado del processo penale dichiara “che i camerati di Rimini erano pronti, non solo a mettere a repentaglio l’incolumità degli attivisti del Paz, ma la democrazia in senso lato. Questo implica che i tribunali hanno comunicato che in via Montevecchio vi fosse un Istituzione della Democrazia Italiana. Gli squadristi si sono organizzati per lungo tempo per poter colpire tale Istituzione dell’Antifascismo riminese, consapevoli che fosse il passaggio di un percorso nato il 21 settembre 2004, giornata di Liberazione di Rimini dall’occupazione Nazi-Fascista, e che con il tempo avrebbe potuto rendere la «Liberazione una pratica quotidiana»“.
Non ci interessa in questa sede discutere intorno a tale aspetto, quanto mettere in luce che le stesse persone sono ancora attive nel territorio locale e regionale. L'udienza della Cassazione del 13 marzo 2012 pur non confermando l'aggravante eversiva ha tuttavia riconosciuto la gravità dei fatti accaduti, dando una conferma delle precedenti sentenze – come ci segnala Saverio Ferrari-, che smascherano anche agli occhi dei “democratici dell'ultima ora” – come i grillini riminesi – la vera natura di questa organizzazione politica.
Abbiamo pertanto deciso di dar vita ad una Campagna territoriale No Nazi in my town”, attraverso una serie di appuntamenti, incontri e presentazione di libri. Vogliamo mettere al centro del dibattito pubblico la necessità di promuovere un antifascismo, che soprattutto in questo tempo, non può essere solo celebrazione della Resistenza, ma una pratica di attivismo quotidiano e costante contro le intolleranze, in tutte le sue sfaccettature. Attraverso la campagna sopracitata, saremo promotori di percorsi territoriali in cui la centralità della lotta antifascista sia valorizzata non solo come memoria fine a se stessa, ma attualizzata come pratica di un nuovo modo di vivere: cercando di liberare la città da tutte le forme di intolleranza che i neofascisti promuovono.
Si può invocare la democrazia e il diritto di manifestazione per legittimare le iniziative neo-fasciste, come sostenuto dai Grillini riminesi? Ci chiediamo: come è possibile che organizzazioni, che esaltano la dittatura del ventennio fascista, abbiano condotto campagne contro la dittatura della finanza e del debito? Come dobbiamo porci pubblicamente nei confronti di chi il 13 dicembre, quando fu compiuta la strage di Firenze per mano di un militante di Casa Pound, esaltava sulla proprio profilo facebook e della propria organizzazione tali gesta? Oppure difendere alla stessa maniera gli aggressori di due giovani migranti a Cattolica avvenuta lunedi 9 aprile 2012?
L'idea della campagna nasce quindi per trovare risposte comuni a queste domande, perché riteniamo che solo attraverso discussioni pubbliche e aperte, percorsi di autoformazione per i più giovani e produzione del comune intorno al nodo dell'antifascismo sia possibile capire come combattere alla radice questi movimenti xenofobi, razzisti e sessisti.
Concordiamo con Saverio Ferrari quando dichiara che: “Le sentenze giudiziarie accumulatesi nei confronti di Fn, con l’acquisizione di punti fermi sulla sua natura, a partire da quelle emesse dalla Corte di cassazione, sono ormai numerose(...). La pericolosità di tale fenomeno squadristico sembra però sfuggire nella sua dimensione nazionale. Dobbiamo forse attendere altri eventi? La domanda è anche alle istituzioni.
Noi crediamo che questi interrogativi siano impellenti viste anche le aggressioni ai danni di alcuni cittadini migranti (a Rimini e Cattolica) e che la battaglia vada proprio collocata, soprattutto in questo tempo di barbarie, sul terreno nazionale a partire dalla non-autosufficenza delle strutture alle quali storicamente è stato delegato l'antifascismo. No nazi in our towns!


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