
Scriviamo
due righe di premessa perché riteniamo importante esplicitare alcune
cose dopo aver letto la stampa locale e perché fatti come questi
siano l'occasione di ri-articolare, da subito, un percorso
territoriale antifascista che si muova nella direzione di costruire
coalizioni sociali o di scopo capaci di impattare realmente sulla
politica territoriale e cittadina nonché sull'informazione per non
rimanerne stritolati. Come purtroppo accaduto rispetto a questa
vicenda.
In
questi giorni, infatti, la stampa locale ha offerto un panorama
indegno ad una qualsiasi narrazione che voglia ritenersi realistica.
Si
sono citate sigle di movimenti di sinistra mai esistite, si sono
messi sullo stesso piano gli antifascisti e neonazisti nel chiaro
tentativo di liquidare la questione come uno scontro fra bande e
opposti estremismi.
Sta
di fatto che questi elementi hanno impedito fino ad ora che
questa vile aggressione venisse considerata per ciò che essa sta a
significare.
La
città di Rimini è diventata una città insicura non per la
presenza degli homeless, dei poveri o dei migranti irregolari (come
ci vogliono raccontare le merde di Forza Nuova) ma perché in una
normale discoteca di periferia si può essere aggrediti e
accoltellati per il semplice fatto di essere antifascisti/e,
migranti, omosessuali.
Crediamo
sia arrivato il momento di dire basta!
Dal
2004 ad oggi sono, infatti, numerose le aggressioni che Forza Nuova e
affiliati hanno compiuto nel nostro territorio con un'escalation
continua fino al gravissimo episodio in questione.
Nelle
case dei quattro giovani riconducibili all'estrema destra riminese
responsabili dell'aggressione è stato trovato un vero e proprio
arsenale. Sono stati sequestrati infatti: 42
coltelli a serramanico, 2 manganelli, una pistola soft-air senza
tappino rosso, una noccoliera e due spranghe.
(Ci
ricorda qualcosa!)
Per
queste ragioni crediamo che nonostante le difficoltà di muoverci in
un territorio spesso ostile, anche a causa di un antifascismo
legalitario che
in più di un'occasione ha negato piena legittimità a chi crede che
praticare l'antifascismo voglia dire anche scontrarsi con il piano
formale della legalità, sia necessaria dare una risposta pubblica a
questi gravi fatti. Perché non accadano mai più e perché nessuno
sia lasciato solo.
Con
i compagni vililmente colpiti. “Ogni
città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.” Rimini
Wake up!
I compagni e le compagne del Lab. Paz Project
COMUNICATO
Nella
notte di sabato 8 marzo 2014 due giovani sono stati accoltellati e
seriamente feriti da un gruppo di fascisti (tra cui ex aderenti a Forza
Nuova) fuori da un noto locale della zona.
I
due ragazzi accoltellati sono due compagni di Rimini, attivi nelle
lotte per la giustizia sociale, per il diritto all'abitare, per lo sport
e la cultura popolare, contro lo sfruttamento, il fascismo e il
controllo sociale.
Fortunatamente,
benché uno sia tutt’ora in ospedale, dovrebbero essere entrambi fuori
pericolo e ci stringiamo a loro aspettandoli dove sono sempre stati,
nelle strade, nelle lotte, al nostro fianco.
Quello che ci preme è rendere noto un episodio gravissimo che non ha precedenti nella nostra città.
Siamo
antifasciste e antifascisti militanti, come ci insegnarono i nostri
nonni e le nostre nonne partigiane. Come loro siamo assetati di libertà
e, con la dignità che sempre muove le nostre azioni, cerchiamo di
combattere ingiustizia e prevaricazione ovunque si trovino, finanche in
una discoteca di merda.
Ma
ieri come oggi lottare per cambiare lo stato di cose presenti può avere
un caro prezzo: quello di vedere violata la propria incolumità fisica è
uno di questi.
Ed è ciò che è accaduto ai nostri compagni.
Infatti
le coltellate inflittegli sono state sferrate con l’evidente intento di
uccidere: colpire più volte all'addome può avere solo quell'obiettivo.
Quando
un fascista arma la propria mano per colpire chi si ribella allo status
quo, la matrice è ben chiara e i motivi non sono per nulla futili: sta
combattendo la propria guerra contro chi non abbassa la testa e chi
considera “diverso”; contro la vita di chi ha deciso di dedicarsi alla
costruzione di un mondo migliore, dove non si debba morire di freddo
senza casa, dove si possa avere un lavoro degno che non occupi tutta la
giornata per un salario miserevole, dove non ci sia schiavitù imposta
dal ricatto del denaro, dove si possa scegliere liberamente delle
proprie vite senza essere usurpati dal potere.
Per noi l'antifascismo è una pratica rivoluzionaria, oggi come ieri.
E
il 25 aprile non è una ricorrenza ma una lotta quotidiana, per questo
abbiamo rischiato che delle persone generose, intelligenti e piene
divita, compagni preziosissimi, ci venissero sottratti dalle lame degli
utili idioti del capitalismo.
Solo
chi è in malafede può equiparare stupidamente chi propaga ignobili
disvalori a chi lotta per la giustizia sociale e la libertà, così come
chi parla di “rissa tra bande” ed altre sciocchezze addomesticate,
agisce nell’interesse servile di legittimare la falsa retorica degli
opposti estremismi.
I
nostri compagni sono forti e hanno la pelle dura, non ne avevamo dubbi,
ma proprio perchè la vita è una questione di carne e dicentimetri
diciamo che, per un raggio infinito di chilometri, nessuno si deve
permettere di toccarceli.
Dopo
i recenti omicidi di Clement a Parigi e Pavlos ad Atene, a pochi giorni
dall'undicesimo anniversario dell’assassinio di Dax a Milano, vediamo
che anche in una città come Rimini le mani dei fascisti sono armate e
pronte ad uccidere.
Sappiamo bene come il
fascismo non sia mai stato definitivamente sconfitto perchè è il
capitalismo stesso che crea continuamente il terreno fertile per la sua
riproduzione, ossia per la sua aggressiva perpetuazione.
Vediamo
come nella nostra società, dal potere economico alle istituzioni
politico/militari passando per le sue ramificazioni, elementi fascisti
vengano sempre mantenuti per fare il proprio sporco lavoro: che sitratti
di governanti mascherati da liberatori come in Ucraina, o di“Albe
Dorate” come in Grecia, che si inventino pretesti territoriali come la
Lega Nord o che si tratti di finti benefattori come ForzaNuova o suoi ex
militanti.
Questi giorni sono lunghi che ci sembra valgano anni.
Sentiamo
sempre più necessario disintegrare quel tessuto di indifferenzasociale
intriso di razzismo, sessismo e sopraffazione, riappropriandoci di spazi
non solo di agibilità politica ma anche di socialità quotidiana.
Più avanzano le nostre lotte più terreno sottraiamo al capitale e ai suoi sgherri in divisa o camicia nera.
Sollecitiamo
con forza tutte le realtà sensibili, collettivi e singoli,senza confini
geografici, nella costruzione diffusa di percorsi di lotta contro il
capitalismo e i suoi fascismi, raccogliendo le forze per avanzare con
determinazione, esprimendo rabbia, autonomia, passione, autodifesa,
solidarietà, azione diretta, lotta di classe e una smisurata voglia di
libertà.
Se si colpisce un/una compagn* si colpiscono tutt*, nessuno si senta escluso.
Guai a chi ci tocca!
Antifasciste e antifascisti - Rimini
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