sabato 10 marzo 2012

Santarcangelo di Romagna - Voi 8, noi la città!


Voi 8, noi la città!
Un tranquillo pomeriggio di un sabato qualunque in un piccolo e carino paese della provincia di Rimini: Santarcangelo di Romagna. Girano sms che avvertono:
nel centro della città, c'è forza nuova sotto la lapide di Rino Molari”.
Ma chi è Rino Molari?! Partigiano e insegnante che il 27 aprile 1944 cadde - in seguito ad una spiata - nelle mani dei fascisti a Riccione. Tradotto a Cesena, fu poi rinchiuso nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna, a disposizione delle SS. L'insegnante rimase in cella, sottoposto a tortura sino al 6 giugno, quando i tedeschi decisero il suo trasferimento nel campo di concentramento di Fossoli. Rinchiuso nella baracca 16 A, Molari fu immatricolato col numero 1406. Poco più di un mese dopo, con altri 66 martiri, fu trucidato dai nazifascisti per rappresaglia.
La memoria quando smette di essere celebrazione e pratica costituente di nuove forme di lotta antifascista ha il pregio di ricomporre la trasversalità delle soggettività della sinistra, di produrre un noi proprio lì dove anni di razzismo istituzionale hanno prodotto, alimentato e rafforzato gruppi di estrema destra come forza nuova. Ci muoviamo in fretta per raggiungere il luogo, siamo in tanti e tante (c'è anche il Sindaco di Santarcangelo), e qualcuno fa girare volantini informativi che raccontano la storia e la vita di Rino Molari. Ha dato la vita per la libertà contro il nazifascismo, non possiamo far infangare la sua memoria con la presenza di 8 neri mal vestiti, con le loro bandiere e le loro croci uncinate, con i loro slogan e i loro volantini contro l'usura delle banche. E' evidente fin da subito un aspetto, la spontaneità dell'incontro di tanta persone che si ritrovano attorno ad un principio costitutivo della nostra democrazia, l'antifascismo e i valori della resistenza.
Ci sono momenti in cui si può lasciare un segno nella storia, oggi abbiamo scritto in tanti e tante una bella pagina di storia antifascista nella nostra provincia. In forma libera, spontanea, partecipata e democratica un semplice incontro è stato attraversato da una potenza collettiva e comunicativa. Gli stessi cittadini si sono fermati e uniti a noi nella presenza, fermi a guardare con rabbia e disgusto gli 8 neri mal vestiti, a cantare Bella ciao.
Per qualche ora, ed anche se solo per qualche ora, il centro cittadino di un paese di provincia è divenuto metropoli, con tutte le contraddizioni delle metropoli immerse nella crisi, ma con quella capacità di divenire ed essere subito moltitudine, di produrre da subito un comune politico antifascista contro chi continua ad offendere e non a caso, luoghi simbolici come la lapide di Rino Molari, insegnante e partigiano trucidato dai nazifascisti.
Sarà per questo che improvvisamente sugli 8 neri mal vestiti, si sono riversate due secchiate d'acqua gelida, gettate da una cittadina di Santarcangelo dal balcone della sua finestra. Nessuna azione premeditata o costruita, puro istinto di chi sa da che parte stare, di chi ha memoria dei luoghi che abitiamo e del perché quei luoghi abbiamo certi nomi.
"La Romagna non vi vuole, la Romagna non vi vuole!!!!" E poi "siamo tutti antifascisti", slogan che scanditi in una molteplicità di voci, hanno accompagnato la fuga degli 8 neri mal vestiti scortati da carabinieri e digos.
Si conclude così un “normale” sabato pomeriggio in una piccola e ridente città della provincia riminese che oggi ha ricordato ai neri mal vestiti che loro erano 8 mentre noi siamo il 99%.

Nessun commento:

Posta un commento